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Il bacio che fa crescere

Le Scienze Chi l'avrebbe mai detto che proprio Un "bacio" molecolare segna il passaggio dall'infanzia alla vita adulta

Le Scienze

Il primo bacio rimane legato ai ricordi dell’adolescenza. Ma chi l’avrebbe mai detto che proprio un “bacio” molecolare segnasse il passaggio dall’infanzia alla vita adulta?

Stiamo parlando dei risultati di una seria ricerca, pubblicata sulla prestigiosa rivista dell’Accademia delle Scienze statunitense PNAS, ma la digressione romantica è irresistibile visto che, secondo gli studiosi dell’Università di Pittsburgh autori della ricerca, la pubertà è scatenata dall’incontro fugace fra una proteina dal nome suggestivo, kisspeptina (prodotta dal gene KiSS-1, in realtà un acronimo dall’origine oscura, ma che risulta identico, in inglese, a  “bacio”) e un’altra non meno importante ma dal nome più prosaico, GPR54, che si trova  sulla superficie delle cellule cerebrali.

Licenze poetiche a parte, lo studio dei ricercatori statunitensi fa luce su un mistero ancora irrisolto della fisiologia: che cosa scatena l’inizio della pubertà? Gli ormoni che determinano lo sviluppo puberale sono ben noti: dapprima le cellule dell’ipotalamo, situate alla base del cervello, secernono ad un ritmo ben preciso un composto chiamato GnRH (fattore di rilascio dell’ormone gonadotropinico). Ogni scarica di GnRH stimola l’ipofisi, una ghiandola che si trova sotto l’ipotalamo, a produrre altri due ormoni, chiamati LH e FSH, che a loro volta inducono le ovaie e i testicoli a produrre gli ormoni sessuali testosterone (maschile) e estradiolo (femminile) che trasformeranno gli  adolescenti in uomini e donne adulti.

Curiosamente, i neonati possiedono già un repertorio completo di ormoni sessuali, che però dopo i sei mesi di vita scompaiono, per poi riapparire prepotentemente alla pubertà. Qual è l’interruttore che “accende” questo complesso meccanismo e che fa sì che  l’ipotalamo inizi a  secernere il GnRH? Per rispondere a questa domanda i ricercatori di Pittsburgh hanno preso come modello di studio le scimmie, la cui fisiologia riproduttiva è molto simile a  quella umana. Almeno due studi precedenti avevano messo i ricercatori sulla pista giusta: il primo dimostrava che la kisspeptina viene captata dalle cellule dell’ipotalamo grazie ad un’ “antenna” molecolare presente sulla loro superficie, un recettore chiamato GPR54.

Un altro studio dimostrava che lo stesso recettore risulta mutato in bambini affetti da una rara malattia genetica in cui la pubertà è assente. A ulteriore prova del ruolo importante di queste proteine, i ricercatori americani hanno dapprima osservato che  la kisspeptina e il suo recettore erano prodotti in abbondanza nell’ipotalamo dei primati all’inizio della pubertà. Dopodichè, hanno somministrato direttamente la kisspeptina a scimmie in età prepuberale con risultati sorprendenti: a soli trenta minuti dall’iniezione, negli animali si era già attivata la cascata ormonale tipica della pubertà.

“Abbiamo prove convincenti che la kisspeptina funzioni da interruttore fornendo il segnale che dà il via al rilascio di GnRH, e quindi alla pubertà” afferma Tony Plant, principale autore dello studio. “La kisspeptina non è probabilmente l’unico fattore in grado di scatenare l’inizio della pubertà, aggiunge Plant, ma potrebbe un giorno aiutare a curare i bambini in cui lo sviluppo puberale risulta assente o ritardato rispetto al normale”.

© Sergio Pistoi, Le Scienze Marzo 2005

 

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